Da una donna della resistenza come insegnare l’antifascismo
Ebbene sì, a distanza di un anno dall’incontro tenutosi il 24 febbraio 2015 su Giovanna Marturano, noi dell’ UDI romana La Goccia avevamo voglia di riaverla qui tra noi, la piccola grande Giovanna, di sentire ancora una volta la sua forza, il suo coraggio, la sua inarrestabile passione politica.
Lo scorso 22 febbraio con l’invito “Da una donna della resistenza come insegnare l’antifascismo” abbiamo chiamato tutti coloro che hanno conosciuto personalmente Giovanna Marturano e che ci hanno offerto la loro testimonianza e coloro che hanno a cuore il suo ricordo perchè rimanga tra noi come modello a cui ispirarsi.
L’occasione è stata la presentazione presso l’Archivio centrale dell’UDI di un “Quaderno” di scritti di compagni di militanza, di insegnanti, che come UDI Romana La Goccia ci eravamo impegnate a realizzare, impreziosita dalle sue foto: prima bambina, poi nell’età avanzata, ma sempre forte, appassionata, come sanno essere i giovani, incuranti del proprio interesse perchè volti ad un obiettivo che li trascende.
Straordinaria figura per la volontà indomita di partecipazione senza protagonismo, esempio che Marisa Rodano ha proposto nel suo saluto di apertura dell’incontro, come monito ai nostri politici perchè mettano da parte logiche di potere e ritrovino il senso della militanza per il bene comune.
Certo in un’epoca in cui il narcisismo dei politici imperversa con grave danno per la democrazia, Giovanna Marturano nella sua semplicità condita talvolta di ironia, ci appare come l’antitesi di tale patologia.
Ma non è quello offerto da Giovanna un modello di vita accattivante per i tempi odierni, povero più che spartano, sofferto nella lotta clandestina, nel confino, nel carcere, rispetto ai nostri stili di vita connotati dal consumismo e dall’individualismo, come fa notare nel suo intervento la storica Fiorenza Taricone dell’Università di Cassino: l’esperienza dell’insegnamento rivela il deserto intellettuale e la mancanza di conoscenza della storia, anche nella povertà del linguaggio che ci fa sentire in una nuova resistenza, meno violenta ma non meno dura da combattere, una resistenza culturale contro il disinteresse e la non conoscenza, contro una narrazione della storia che rimuove le donne e che ci fa sentire l’esigenza di un “controstoria” di una pratica di vita comune, di un ruolo politico delle donne.
Sappiamo in quale modo Giovanna Marturano ha condotto la sua lotta per la libertà negli anni della sopraffazione fascista, e come ha saputo poi combattere per la conquista di diritti di uomini e donne e raccontare l’antifascismo negli anni della riconquistata libertà, andando a parlare nelle scuole e riscuotendo sempre l’attenzione emozionata degli studenti, anche giovanissimi pari alla passione che lei ha messo nella sua azione.
Ma come vivere oggi l’antifascismo e come raccontarlo ai giovani?
La domanda si pone non solo per la mutata situazione storica che non ci pone più di fronte un nemico visibile e violento da contrastare inesorabilmente anche a prescindere dalla volontà o meno di essere militanti, ma per il “disorientamento dovuto al venir meno di punti di riferimento” come sostiene Patrizia Sentinelli che proviene da un lungo impegno politico. Nel suo intervento ci offre in modo chiaro la possibilità di rendere attuale l’antifascismo collocandosi su un nuovo fronte, una moderna trincea come appare la difficile realtà di un quartiere della periferia romana.
Grazie all’attività svolta dalla sua associazione “Altramente” in un territorio particolarmente disagiato con giovani studenti anche stranieri, di aiuto allo studio, di ascolto, di integrazione, la parola antifascismo ritrova il significato che ancora oggi è sempre quello del rispetto, del riconoscimento dell’altro come soggetto di diritto. E’ possibile così pervenire anche ad una narrazione della storia e della resistenza che possa essere condivisa tra italiani e stranieri, perchè oggi anche ai giovani italiani deve essere raccontata la Resistenza.
Ma la lotta per la libertà sembra così semplice nelle parole di Giovanna Marturano, piene di sincerità e di ironia anche quando ricorda momenti di sofferenza, di privazione di esigenze fondamentali, ricorda il Prof. Sandro Portelli che, dice, la semplicità è una conquista che si raggiunge nel corso di una vita.
E forse il segreto della grande capacità di comunicazione e di coinvolgimento anche tra i giovani di Giovanna Marturano sta nelle sue parole affidate alla figlia, Anna Grifone, presente all’incontro con il figlio e accolti con grande calore: “erano circostanze straordinarie, non è necessario essere eroi, chiunque può fare questo…”
E se ci intenerisce quasi la definizione di “bambina” riferita a Giovanna Marturano per via della statura minuta e per la freschezza e l’entusiasmo che ha mantenuto nel tempo, lei era fortissima, e come dice Portelli, accettava di essere chiamata bambina fedele ad uno stile semplice e antieroico, pur essendo un “modello di coraggio, di rigore, di passione, di arte della parola, di intelligenza”.
Ci sia di ispirazione e di guida in questi tempi senza passioni la sua forza gentile, il suo coraggio la sua determinazione raccontata dalla compagna di partito e di iniziative di lotta Luciana Romoli che ha condiviso momenti di lotta e di presenza nelle scuole di Roma.
Valgano anche per lei come suggerisce Portelli le parole riferite alla senatrice americana Elizabeth Warren che nonostante i tentativi di ricondurla al silenzio mentre citava in senato le parole di Martin Luther King continuava imperterrita …E’ stata avvertita, è stata ripresa, ciononostante persisteva…
Nevertheless, she persisted... così Giovanna ha proseguito il suo cammino.
E’ un appello per tutte noi, andiamo avanti insieme, non disperdiamo il tesoro di democrazia che ci è stato affidato.
Paola Parisi
UDI Romana La Goccia